Dallo Sbarro Institute al laboratorio di ricerca Rigenera, nei pressi di Torino, gli esperti lavorano alla creazione di un kit in grado di prevenire e individuare patologie e fragilità. "Sarà alla portata di tutti. avremo una banca dati sullo stato di salute delle persone"
di Mario Fabbroni
«Oramai siamo pronti, il “passaporto genetico degli sportivi” è una realtà. Un grande risultato, ottenuto su basi scientifiche rigorose e che apre la porta a terapie innovative».
Antonio Giordano, 61 anni, è una delle menti più brillanti di Napoli nel mondo. Su Wikipedia si legge: oncologo, patologo, genetista, ricercatore, professore e scrittore. Italiano naturalizzato americano, è direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Filadelfia e professore di Anatomia e Istologia Patologica presso il Dipartimento di Biotecnologie Mediche dell'Università di Siena.
“Ma ho anche fondato, con il mio vice presidente Giancarlo Arra, la Sbarro Italia, di cui vado particolarmente fiero. Così come tutti, ma proprio tutti, sanno della mia irresistibile passione per il calcio e per il Napoli”.
Professore, cosa vuol dire che avremo il passaporto genetico?
«Con squadre importanti come il Napoli, la Fiorentina, il Real Madrid e altre realtà sportive studiamo da tempo il DNA degli atleti. In particolare, le piccole alterazioni genetiche di cui soffrono durante la loro vita agonistica. Ma che si riflettono anche dopo».
A cosa si punta?
«Intendiamo individuare le fragilità dell’organismo, per intervenire in tempo prima dei loro effetti. Possiamo indicare la strada migliore per prevenire troppi infortuni, patologie varie, stimare l’uso di determinati farmaci oppure di sostanze potenzialmente cancerogene».
In che modo?
«Nei pressi di Torino, a Candiolo, esiste “Rigenera”, una realtà dove insieme a me lavora un gruppo di eccellenti ricercatori guidati da Antonio Graziano e Riccardo D’Aquino. Stiamo realizzando un kit economico, accessibile a tutti, che esegue i test sui geni guardiani del nostro genoma attraverso la saliva».
Ok gli sportivi, ma il passaporto genetico che applicazione avrà per la gente comune?
«Sarà utilissimo, specie nella prevenzione delle malformazioni. Ma diventa una banca dati fondamentale in molti altri casi, specie in campo oncologico».
Facciamo il tifo per lei e per la sua equipe: il Napoli invece è da sempre nei suoi pensieri di appassionato di calcio...
«Sono vicino alla squadra. Vivo dei risultati delle partite, della classifica azzurra. E ho la fortuna di conoscere calciatori, allenatori, dirigenti. La festa per lo scudetto vinto da Spalletti è stata una goduria, ho ancora la pelle d’oca. Mazzarri? Bei ricordi, spero si rinnovino.
Perché la napoletanità è talento. E desidero che abbia successo contro tutto e tutti».
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