Originally published by Il Mattino: https://bit.ly/MattinoCirilloAPS
Ci sono occasioni irrimediabilmente perse per la cultura napoletana nel mondo, come il mancato Nobel per la letteratura a Roberto Bracco. Per altre occasioni, invece, siamo ancora in tempo. È il caso dell’elezione di Domenico Cirillo, medico, naturalista e patriota napoletano della Repubblica del 1799, come socio dell’American Philosophical Society, prestigiosa accademia statunitense, fondata da Benjamin Franklin nel 1743.
Alcuni ritrovamenti archivistici suggeriscono che tale elezione non si sia perfezionata per un banale errore di trascrizione, avvenuto nel 1768. Questo è quanto dichiarato dal prof. Amedeo Arena, ordinario presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e fellow presso gli Archivi storici dell’Istituto Universitario Europeo, in occasione dell’ultimo incontro del ciclo “Domenico Cirillo, naturalista, medico e patriota del 1799”, organizzato dall’Accademia Filangieri Della Porta in collaborazione con il Museo delle Arti Sanitariee di Storia della medicina di Napoli, con il contributo della Regione Campania ed il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Napoli, della Città di Vico Equense, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, del Distretto Rotary 2101Italia e del Rotary Club Napoli.
«Nei verbali dell’American Philosophical Society - racconta il prof. Arena - si fa riferimento ad una lettera in cui Cirillo ringrazia John Morgan, illustre medico di Filadelfia, per averlo proposto come socio di tale accademia. Peccato che il nome di Cirillo non figuri nei registri dell’American Philosophical Society. Invece, vi compare quello di un ignoto ‘Professor Famitz’ di Napoli, di cui non vi è riscontro negli archivi della nostra Università o nei registri delle principali società scientifiche del tempo».
Immagine di sfondo: Angelica Kauffman, Ritratto di Domenico Cirillo, 1784-1786
Come è possibile che il nome di “Cirillo” possa essere stato confuso con quello di “Famitz”? «Questa singolare vicenda - spiega Arena - ebbe inizio con una lettera del 1767 in cui il Console britannico a Napoli, Isaac Jamineau, invitava Morgan ad avviare una corrispondenza con ‘My family physician … Professor of Botany here … to whom this university is oblig’d for the introduction of Linneas’ System’ (il mio medico di famiglia … professore di botanica qui [a Napoli], al quale questa università è grata per aver introdotto la tassonomia di Linneo). Morgan, che era stato a Napoli nel 1764, deve aver riconosciuto in tale descrizione Cirillo, titolare dal 1760 della cattedra di Botanica presso l’Università di Napoli e corrispondente del naturalista svedese Carlo Linneo, e ne propose la nomina a socio, inoltrando la lettera di Jamineau all’Accademia di Filadelfia quale prova della fama internazionale di cui godeva Cirillo. Chi si occupò di dare seguito a tale proposta, però, deve aver frainteso la lettera di Jamineau, scambiando le parole ‘My Family Physician’ per ‘Mr Famitz Physician’ e procedendo così all’iscrizione di questo ignoto studioso ‘Famitz’, invece di Cirillo, nel libro dei soci».
Insomma, si sarebbe trattato di un banale errore materiale. «Tale ipotesi ricostruttiva, che riprende e sviluppa le considerazioni di studiosi del calibro di Antonio Pace e Whitfield Jenks Bell Jr, sembra trovare conferma nell’esame della lettera di Jamineau, della quale sono riuscito ad entrare in possesso grazie alla preziosa collaborazione degli archivisti del Philadelphia College of Physicians. La grafia del Console britannico non risulta di agevole comprensione, ma dal confronto con altri passi della lettera pare che egli avesse effettivamente scritto ‘Family’ e non ‘Famitz’: la penultima lettera è una ’t’ e non una ‘l’, in quanto priva del trattino orizzontale, presente invece in tutte le altre ’t’ del documento; l’ultima lettera è una ‘y’ e non una ‘z’, come risulta dal confronto con le ultime lettere delle parole ‘university’ e ‘botany’ contenute nella stessa frase».
Quali potrebbero essere le implicazioni di tali riscontri? «Ho informato l’American Philosophical Society e mi hanno riferito che, sebbene le iscrizioni postume non siano consentite, la rettifica di errori materiali di iscrizioni già perfezionate è in linea di principio possibile, anche se si tratterebbe della prima volta nella storia per un’associazione attiva da oltre due secoli e mezzo».
Di qui l’idea di lanciare una petizione a Linda Greenhouse, presidente della American Philosophical Society: «Il riconoscimento del napoletano Domenico Cirillo quale primo socio italiano della più autorevole società scientifica statunitense” ha dichiarato il prof. Arena “rappresenterebbe il suggello della rilevanza internazionale che la cultura napoletana aveva già nel ‘700 e del profondo legame che unisce gli Stati Uniti e Napoli, ove non a caso ha sede una delle più antiche sedi diplomatiche statunitensi in Europa».
コメント