top of page

L’isola dei centenari: non solo dieta, ma condivisione umana

Updated: Jun 27, 2023

Originally published in La Voce di New York


Il luogo porta il nome di Ikaria, un posto magico situato tra la Grecia e la Turchia

Ikaria - Wikimedia

Esiste un luogo in cui si è sviluppato l’invidiabile primato della più alta percentuale di centenari, nei cui volti prende forma una caratteristica unica, quella di aver sviluppato una forte resistenza al tempo e alle malattie, specie tumorali.


In questa isola, di cui ci dice il NY Times, “ci si dimentica di morire e i tumori scompaiono”. Il luogo porta il nome di Ikaria, un posto magico situato tra la Grecia e la Turchia, in cui aleggia il racconto della esperienza vissuta da un suo abitante, che è quasi una leggenda: Stamatis Moraitis che, tornato a passare gli ultimi mesi di vita in quel luogo, nonostante una diagnosi infausta di tumore al polmone, sopravvisse a causa di un’inspiegabile guarigione e visse fino a 98 anni, coltivando l’orto dietro casa.


Si racconta che, dopo anni di permanenza sull’isola, rientrato in America per controlli, abbia saputo, invece, che i medici che si erano presi cura di lui erano morti da tempo. Sono cinque i luoghi nel mondo in cui esiste “una aspettativa di vita eccezionalmente lunga”: queste zone, dette “zone blu”, comprendono la penisola di Nicoyan, in Costa Rica, la città di Loma Linda, in California, le isole Okinawa, in Giappone, la Sardegna, in italia e Ikaria, in Grecia. Dan Buettner, autore del libro: “The blue Zones American Kitchen” sostiene che “le abitudini alimentari di questi luoghi siano diversissime”, ed infatti, mentre ad Ikaria il vino rosso è un alimento base insieme ad una dieta mediterranea con molta frutta e verdura, ad Okinawa si osserva una dieta a base di patate dolci e tofu; a Nicoyan, una dieta mesoamericana che vede gli abitanti prediligere alimenti ricchi di amido di mais, fagioli e zucca.


La dieta sana, un regime equilibrato e scandito dalle tradizioni dei vari luoghi citati, non sono l’unico fattore associato all’aspettativa di vita, conta molto lo stile e “la prospettiva” con cui si conduce la propria esistenza. Di certo, in tutte le zone considerate, i centenari conducono una vita con livelli alti di attività fisica, trascorrendo molte ore all’aria aperta, esistono tra gli abitanti forti legami di amicizia e familiari, insieme all’esistenza di “uno scopo comune ed una visione positiva della vita, che consiste nell’esercitare gentilezza e nel sorridere spesso”.

Ikaria – Wikimedia


Ciò che sembra un mito, è effettivamente la quotidianità di queste popolazioni che scoprono nell’attività regolare e nel contatto con la natura, il toccasana capace di rinvigorire il corpo e il sistema immunitario al punto “da sconfiggere le diagnosi più infauste”. Si è scoperto, inoltre, che per gli abitanti della Sardegna, il segreto della loro straordinaria lunga vita risieda nella mancanza di un enzima, il G6PD. Il paesaggio di certo incontaminato, lo stile di vita “lento” e privo di stress, ricco di condivisione, è “il filo rosso” che unisce tutte le zone in cui sono presenti i centenari nel mondo: la predisposizione alla vita sociale, alla laboriosità che tiene lontani i conflitti, il cibo frugale ma scelto a vantaggio di tradizione, la spontaneità e una forte propensione “a lasciare andare e sorridere”, a vivere “grati e sereni” nelle difficoltà seppur aspre, presenti e quotidiane.


E dunque il segreto della longevità prima che in un enzima o nei legumi, si nasconde nella profondità dell’animo umano e “nella capacità di autoriparazione, fisica e psichica della nostra mente” per cui non occorre vivere ad Ikaria, in Grecia per ricostruire intorno a noi un contesto favorevole ed una esistenza sana e felice. “Transire mare mutat coelum, non animum”, dicevano i latini, non occorre attraversare il mare se portiamo con noi “il retaggio di una cultura di competizione e di conflitto”, che indebolisce, avvelena e, quindi favorisce le malattie.


L’uomo che pur attaccato dal male, resiste, è l’uomo “in pace con se stesso”, il saggio, colui che vive a contatto con la natura e la natura umana, anche in un angolo frenetico delle nostre metropoli e non solo in zone favorite e isolate. Di ispirazione sono senz’altro le indicazioni alla frugalità, ma più di tutto ci sia da monito per una vita lunga, la cooperazione e la condivisione di esperienze e dolori di questi popoli centenari, poiché questo modo di concepire la vita è il vero farmaco, (dal greco Pharmacon) l’unico “rimedio”, il più efficace.



Connettiti con Prof Antonio Giordano sui suoi canali di social media per seguire ulteriori aggiornamenti:(Facebook, LinkedIn, Twitter, Instagram)

Recent Posts

See All

Comentários


bottom of page