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NON IGNORATE LA MALATTIA: METAFORA DEL CAMBIO ROTTA DELLA NOSTRA VITA – DI ANTONIO GIORDANO

Updated: Jun 27, 2023



La salute, dal latino “Salus”, salvezza, è il punto di equilibrio tra ciò che siamo e ciò che realmente desideriamo, quindi è la perfetta coincidenza “di noi con noi stessi”. Quando nella vita imbocchiamo strade che non ci somigliano, perché costretti dalle circostanze o più ancora, per compiacere gli altri, o per il bisogno inconscio di essere accettati, il “nostro io” si indebolisce, l’anima si ammala, poiché si è lasciato il sentiero tracciato dalle nostre personali inclinazioni ed attitudini, piegandoci a percorrere strade battute da altri.


Tradire la propria idea di sé, la propria identità autentica, ingenera un “meccanismo autodistruttivo”, che travolge aspetti più complessi della nostra sfera fisica e mentale, innescando reazioni del sistema immunitario eccessive o, di contro, indebolendolo, lasciandoci preda del disagio psichico e delle malattie.


Si stima che la spesa farmacologica in crescita oggi, sia orientata all’acquisto di psicofarmaci, soprattutto dal periodo pandemico in poi, in cui certamente la paura e l’incertezza hanno giocato un ruolo fondamentale, insieme al senso di costrizione della personale libertà, ma che a determinare un aumento della necessità di assumere tali rimedi, sotto stretto controllo medico, sia stato l’isolamento, che ci ha in qualche modo messi “faccia a faccia”con noi stessi, le nostre scelte e i nostri limiti e, soprattutto le discrasie, vere e proprie alterazioni delle caratteristiche chimico-fisiche ed immunologiche dovute ad una presenza misteriosa e logorante: il disagio, il cambio di rotta della propria esistenza.


Spesso, siamo portati a credere che la salvezza, la salute, consista “nell’anestetizzare” il dolore, la nostra percezione delle difficoltà, ricorrendo al farmaco, senza attraversare con una attenta analisi quelle che sono le concause psicologiche della malattia mentale o fisica. La ricerca si è orientata all’ascolto della sofferenza personale del paziente e di chi soprattutto a scopo preventivo, deve individuare le matrici del meccanismo di autodistruzione che può portare, in taluni casi, anche ad una patologia tumorale.


Lo “switch-off”, l’interruttore che innesca o spegne la nostra capacità di reazione, che ci indebolisce al punto da lasciarci nell’abbandono più totale, fino a determinare una morte prematura, non è altro che la “dispercezione di noi stessi”, che ci espone più di chiunque altro individuo intorno a noi, che vive nelle medesime condizioni, alle stesse latitudini, con le medesime abitudini e nel medesimo ambiente più o meno inquinato, alla patologia psichica o tumorale che sia.


La chiave di lettura di questa “fragilità”, secondo orientamenti recenti, sta certamente “nella capacità di attraversare”, resistendo alla tentazione di anestetizzare farmacologicamente, salvo gravi casi, il dolore psichico, a capirne altresì le cause e ad orientare la propria vita “secundum natura”, come ci diceva già Seneca nel “de vita beata”, secondo la “ propria natura”, non forzando la propria indole in ambiti e percorsi che ad essa sono “ alieni”.

Nell’ indicazione a seguire le proprie inclinazioni ed attitudini, qualunque esse fossero, nello scoprirle e metterle in pratica, consiste il “remedium”, il rimedio al disagio fisico e psichico, alla malattia, al lutto e, in esso si nasconde il segreto stesso della salute come ci dice sempre Seneca nel “de vita beata”, della felicità.


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