Amedeo porta avanti una visione cosmopolita, non solo nell’ambito dell’integrazione europea, ma nel quadro della comunità accademica globale. Grazie al suo impegno, ha costruito una rete di cooperazione accademica che si estende dall’Università Federico II di Napoli a prestigiosi atenei statunitensi, come la University of California Berkeley, l’Università di Denver e la Temple University.
Vorrei inoltre ricordare l’impegno di Amedeo nel promuovere la conoscenza del carteggio Filangieri-Franklin, una corrispondenza che sottolinea, ora come allora, l’importanza del dialogo tra studiosi di diverse nazionalità. Amedeo ha anche curato una mostra su tale corrispondenza, attualmente esposta presso il Consolato Generale d’Italia a Filadelfia.
L’aspetto del carattere di Amedeo che mi ha colpito, fin dal nostro primo incontro, è la sua perseveranza. Grazie alle sue ricerche, è riuscito a convincere l'American Philosophical Society a correggere un errore avvenuto oltre due secoli fa, riconoscendo l’intellettuale campano Domenico Cirillo come proprio socio corrispondente a partire dal 1768. Si tratta di un evento senza precedenti nella storia dell’Accademia più prestigiosa degli Stati Uniti, una testimonianza della dedizione di Amedeo per il riconoscimento internazionale delle eredità dell’Illuminismo napoletano.
Ma il vero dono di Amedeo è la capacità di raccontare la storia affascinando i propri ascoltatori. Prende la parola, e le figure del passato ritornano a vivere, ispirando anche coloro che, come molti di noi nella comunità scientifica, si sono dedicati interamente al futuro, ma ritrovano un punto di riferimento nelle grandi personalità del passato.
Amedeo è un tessitore di legami, non solo tra istituzioni universitarie, ma tra epoche e idee. Il suo lavoro ci ricorda che il nostro slancio verso il futuro della ricerca affonda le proprie radici negli scambi intellettuali dei nostri predecessori. Seguiamo il loro esempio e continuiamo a costruire reti di cooperazione intellettuale a livello globale.
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