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IL CERVELLO CREA COSCIENZA E PERCEZIONE DELLA REALTÀ: “O MUNNO È COMME T’Ò MIETT N’CAP”

Updated: Jun 26, 2023



L’origine della coscienza è sempre stata considerata una questione filosofica, ma di recente la ricerca scientifica opera nella direzione di spiegazioni biologiche estremamente affascinanti. La percezione della realtà che ci circonda è influenzata dal nostro patrimonio genetico allo stesso modo della rappresentazione dello spazio e degli oggetti in esso contenuti.


Secondo il neurofisiologo Walter Rudolph Hess, tutte le nostre convinzioni sono condizionate dall’affettività e il senso della nostra vita è costruito sulle nostre emozioni. Secondo il neuroscienziato Anil Seth: “il cervello crea la nostra esperienza cosciente”. Ed infatti, percepiamo il mondo non come oggettivamente è, ma lo inventiamo di continuo, come “macchine predittive” ed aggiustiamo, di volta in volta, gli errori di tali rappresentazioni. La realtà del mondo in cui viviamo non è quella esterna, ma quella che il nostro cervello “crea” elaborando i dati delle sensazioni. In pratica, il cervello non proietta nulla all’esterno, perché l’esterno che noi possiamo percepire e nel quale viviamo “è dentro di noi”.


I meccanismi neuronali afferrano il mondo in maniera pragmatica, fornendo alla coscienza un quadro di esso che ci consente di sopravvivere, con la conseguenza che la nostra visione del mondo “cambia” perché “non è mai aderente e veritiera”.


Secondo Hoffman, i nostri sistemi percettivi si sono “evoluti” per nasconderci sistematicamente la realtà oggettiva, in cambio di sopravvivenza e riproduzione.


Se vedessimo la realtà senza gli “aggiustamenti” della nostra percezione personale, non saremmo in grado di “resistere”, poiché il nostro cervello, che biologicamente crea la coscienza, la rappresentazione del mondo attraverso le nostre emozioni e sensazioni, “non cerca di vivere, ma di non morire”, come ci dice il neurofisiologo Arnaldo Bernini. Il mondo, attraverso gli organi di senso suscita “potenziali elettrici” che raggiungono le aree visive e poi i luoghi della coscienza: nei meccanismi cognitivi del cervello avviene tutto ciò di cui siamo “consapevoli”. Dunque il cervello non proietta nulla all’esterno, poiché la percezione dell’ esterno che noi possiamo scientemente percepire e nel quale viviamo, è dentro di noi.


Il “non vedere la realtà” oggettiva è fondamentale per la nostra capacità di adattamento.


La nascita di concetti come forma, peso, colore, lo stesso tempo e spazio vengono elaborati dai nostri dati sensoriali. Le evidenze scientifiche vanno nella direzione di una “interpretazione soggettiva” della realtà “oggettivamente esistente” ed è dunque falsata. A Napoli, si dice da sempre: “o munno è comme t’ò miett n’cap”: la saggezza popolare è indubitabilmente predittiva di studi scientificamente condotti anni e anni più tardi.


Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su Sud Reporter dal Prof Antonio Giordano

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